Gino Prandina

opere pittoriche

Massimo Fracaro

sculture

 

 

 

è una mostra promossa da AxA *****

 

 

Asiago, Sala Polifunzionale del Palazzo del Turismo Millepini.

dal 21 agosto al 3 settembre 2017

Inaugurazione: lunedì 21 agosto, ore 18.00

A cura di Maria Lucia Ferraguti

Orari di apertura: tutti i giorni ore 10.00 – 12.00; 15.30 – 19.00

Altre notizie nel portale: Asiago.it

 

 

 

Gino Prandina

opere pittoriche

Marostica (VI)

tel. 329 7393249

sito internet: ginoprandinaarte.com

mail: studio@ginoprandinaarte.com

facebook: Gino Prandina

 

Massimo Fracaro

sculture

Asiago (VI)

tel. 349 7213088

mail: zajaki95@alice.it

 

 

Nelle opere di Massimo Fracaro, scultore asiaghese d.o.c., si può ancora ritrovare l’emozione della natura

della quale narrano i segreti del bosco, i miti archetipi, i sogni delle stagioni… i volti e tratti di chi vive

questo splendido territorio; anche il dolore che la guerra ha lasciato nei luoghi e nell’anima.

Nelle opere recenti, come nel percorso biografico-estetico dell’artista, possiamo riconoscere quelle radici

ideative e fabrili, che si alimentano dal contatto quotidiano e affascinante con Altopiano. Della natura

Massimo ha ricercato il volto nascosto e là trova la forza generatrice per l’azione estetica. L’istante si cristallizza

ad ogni colpo di martello, su ogni incisione della sgorbia, quasi ad imbrigliare la ricca emotività

che scaturisce dall’animo dell’artista. G.P

 

Le opere di Gino Prandina presentate ad Asiago, sono in gran parte inedite, e rievocano tracce emotive

profonde denunciate da velature, colature

, spruzzi di colore sulla tela o su pasta di legno. L’autore utilizza

una tavolozza rarefatta, composta dai tre colori arcaici: rosso, nero e bianco. Già questa scelta indica un’indagine

coerente e compatta, in cui prevale il senso della pittura intrisa d’elementi di natura. La pittura e

l’azione artistica di Gino Prandina sono frutto di un lungo lavoro di studio e di ricerca sul segno; l’azione

pittorica cristallizza stratificando tempi lunghissimi d’osservazione e infine traducendoli in sofisticata ricerca

estetica e insieme gestualità mai casuale. I soggetti floreali, spesso orchidee, sono il tema dietro al quale ad

uno sguardo attento si nascon

dono e si rivelano temi dal forte connotato antropologico e sensoriale. Le immagini

sono plasmate da riverberi di luce ed emergono, quasi gallegiano sulla superficie, come da spazi

freschi e ombrosi. La prima sensazione è quella di un gradevole giardino nella penombra, a cui succedono

altre emozioni e suggestioni: “sembrano” fiori e paesaggi ma – afferma l’autore – non è questo il tema principale

del discorso. La pittura e l’azione artistica proposta in questa rassegna ad Asiago rappresentano una

scelta tematica di approfondimento che Prandina riprende mediante l’inconfondibile gesto pittorico; reduce

dalla “pittura d’azione”, dedito alla “painting meditation”, qui conferma ulteriormente una gestualità tutt’altro

che casuale. L’istintualità si arrende al rigore narrativo, le folgorazioni del pensiero attendono la

precisione chiaroscurale, i clamori luministici desc

rivono apparizioni, le dissolvenze aprono varchi temporali

e spirituali. Simili a pitture primitive, conquiste o ricordi del cammino, le opere appaiono, emozionanti,

come incise sulle pareti della “caverna” filosofica: memoria, esperienza, linguaggio, conoscenza, propiziazione,

atto religioso, libertà dell’artista e bisogno di narrazione. N.B.

Gino Prandina in questa rassegna ad Asiago segue il richiamo dell’Oriente, sospendendo temporaneamente la

pittografia dedicata alla poesia haiku giapponese, ed avvia nei dipinti un nuovo ciclo dedicato alle orchidee, le

più emblematiche tra i fiori, le regine esotiche di tropicali territori. La pennellata vibrante sul ritmo lirico dei

versi cede alle precise forme delle antichissime specie di orchidee Bletilla Striata, Tigre, Phalenopsys, Irene,

Vanda. Solo alcuni petali di fioriti iris trasferiscono verso lo spazio le suggestioni di una pittura non pensata

ed aperta verso l’infinito. Le orchidee, ingigantite nel formato, rigogliose nell’algida composizione, perfette

nella voluttà del segno sinuoso che le rinserra, conquistano per colore la loro “divina” bellezza. Sullo sfondo vitale

aprono petali di un bianco incorruttibile, altre scoprono gamme cromatiche tra il nero e il liquirizia,

mentre altre ancora, elegantissime, risplendono del più orientale fra i colori, il fastoso ossido rosso veneziano.

Maria Lucia Ferraguti

 

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