Il 14 febbraio 2024 ci ha lasciato Pietro Dani, all’età di 77 anni. È scomparso un artista vicentino e un credente, forse uno dei rari artisti-artigiani che ha dedicato l’intera esistenza alla ricca e feconda produzione iconografica degli spazi di culto (chiese e cattedrali), come anche negli umili luoghi della religiosità popolare, (edicole e Capitelli). Colse la sua precisa vocazione che lo spinse ad dedicarsi all’Annuncio evangelico mediante l’arte, attualizzandola nelle vicende degli uomini e delle donne di oggi. In lui l’identità del credente ha scelto la via di un’attualità che si è fatta teologia estetica, Biblia pauperum, meditazione evangelica, mistica feriale.
Nato a Belfiore nel 1946, fin dagli anni ‘70 Piero ha dipinto “a secco” sulle pareti dei luoghi che gli venivano concessi, o commissionati, per illustrare i misteri della fede: la sua creatività era fervida e inesauribile, mai scontata o ripetitiva. Ha dipinto absidi e navate di molte nostre chiese (per citarne alcune: Ponte dei Nori, San Gottardo, San Lazzaro in Vicenza, San Giuseppe di Cassola, Montecchio Precalcino, Sovizzo, Lapio) nel seminario diocesano e all’Estero. Ha esposto in numerose mostre Personali in diverse Città italiane. Numerosi suoi interventi si trovano all’estero, in particolare in Thailandia nella cattedrale di Chiang Mai, a ChaeOm e nelle comunità dei missionari del PIME, in Laos, Brasile soprattutto nelle missioni vicentine del nord-est, in Ecuador e in Cambogia.
Pietro Dani ha preferito una pittura cd. “all’antica”, sulle tracce degli antichi Maestri itineranti che, di luogo in luogo, di villaggio in villaggio in villaggio offrirono il loro servizio nei luoghi di culto, di spiritualità, come anche in piccole e sperdute chiesette Alpine. Mentre stiamo rivalutando la figura di quegli ignoti frescanti, così Pietro assimilò gli stilemi di quel medievalismo traducendo la classicità nel lessico popolare. Fin dagli inizi la sua produzione si tradusse in una ricca, ordinata e serena spiritualità, sempre aderente al dato biblico e teologico. Piero colse la sua precisa vocazione che lo spinse ad dedicarsi all’Annuncio evangelico mediante l’arte, fra le vicende degli uomini e delle donne di oggi. In lui l’identità del credente ha scelto la via di un’attualità che si è fatta teologia estetica, Biblia pauperum, meditazione evangelica, mistica feriale.
Gino Prandina