Tempio di San Lorenzo – Chiostro
Vicenza, P.zza San Lorenzo
dal 8 aprile al 1 maggio 2022
Orari: tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 18.00
Anche su prenotazione. Info: 3491357042
Paolo Bortoli, pittore, presenta un’interessante Personale d’arte nei chiostri del Tempio di San Lorenzo in Vicenza. La mostra rappresenta una “testimonianza di ripresa” e vuole offrire immagini positive dopo il lungo periodo d’isolamento pandemico, e che ora pare ulteriormente rabbuiarsi su scenari di guerra. La pittura Veneta, erede dell’antico tonalismo e filtrata dal rinnovamento dell’arte moderna europea, conserva il senso dello spiccato Naturalismo pittorico, inevitabile per chi fa arte abitando il meraviglioso paesaggio pedemontano. Nelle opere in mostra leggiamo una sorta di “sospensione” contemplativa: la stupefatta percezione del paesaggio,come si trattasse del fraseggiare trasognato d’un moderno poeta. L’artista esalta i fenomeni atmosferici o i gradienti luministici su scenari meravigliosi colti “in presa diretta” nel “grand tour” italiano: l’atmosfera romantica degli altopiani e delle valli, le sinuosità dei carriaggi, l’ardito precipitare delle scogliere, la molle distensione dei Colli, l’immenso blu del mare o l’aspra vertigine delle Alpi. In questo caleidoscopio, che è il paesaggio italiano, l’artista è un cacciatore di armonia. E sul paesaggio l’artista rispecchia la propria anima continuamente alla ricerca di ciò che, seppur per un istante, può saziare lo sguardo e pacificare il desiderio.“Il paesaggio per me è l’incanto della natura con la sua forza, la sua dolcezza, la sua bellezza e da sempre èstato un soggetto che ho amato e che amo, come amo l’andare per le montagne e per le coste del mediterraneo. Perdermi in questi posti dove, se si nota una presenza umana questa non è invadente, anzi, magari ha contribuito,più o meno inconsapevolmente, a crearne l’armonia, è sempre stata per me una necessità”. La pittura di Paolo è uno specchio del mondo interiore teso ad “esprimere”, a rendere la natura in altrettanti “istanti d’infinito”, scorci pacificati, paradisi di rara bellezza: “Quando dipingo sono attraversato di un mio stato interiore e queste rovine possono anche splendere di colori, come in un’ultima accensione. La specifica ispirazione del momento, che quasi mi domina, talvolta è un tormento, vorrei continuare in una certa modalità ma mi è impossibile. E allora cambia la tecnica, il supporto, il formato.Questi paesaggi, realizzati in un arco di tempo abbastanza lungo, sono accomunati dal mio amore per il colore e la luce.” L’artista, come il filosofo è custode dell’Essere che si manifesta nel transito ininterrotto di tempi e stagioni alla ricerca di quella verità-bontà-bellezza che merita di essere continuamente ricercata. È il sabato della vita.
Gino Prandina